Strozzapreti … dla Pì

STROZZAPRETI

La Romagna è la patria di un altro mito che è anche una delizia per il palato: un tipo di pasta semplice e molto buona che porta il singolare nome di Strozzapreti (o fota-pritt).
Chi non si è mai domandato da dove venisse tale nome? Le leggende e le spiegazioni del nome sono varie, ma tutte comunque ruotano attorno alla situazione di storico anticlericalismo creatosi in Romagna fra la popolazione oppressa dalla lunga dominazione dello Stato Pontificio. Il territorio romagnolo fu donato alla Chiesa dai Franchi fin dalla seconda metà del secolo VIII e, fra vicende alterne, rimase legato allo Stato Pontificio fino alla fine del Settecento e alla calata di Napoleone in Italia. Alla caduta di Napoleone i territori romagnoli tornarono alla chiesa, ma contro il ripristinato potere papale scoppiarono moti e rivolte che prepararono un terreno fertile, in queste terre, per la partecipazione al Risorgimento Italiano. Sempre della prima metà dell’Ottocento fu anche il fenomeno del brigantaggio, nelle cui imprese il popolo a volte volle vedere (si pensi, ad esempio, al Passatore) un positivo atto di ribellione nei confronti del vessatorio potere papale.

Il livello di sopportazione romagnola nei confronti delle oppressioni clericali portò, dunque, al conio del nome ‘strozzapreti’. Secondo antiche credenze popolari, i preti erano una categoria di persone dall’appetito particolarmente vorace, da qui l’augurio da parte delle classi più povere che questa pasta andasse loro di traverso mangiandola. D’altronde la forma non è delle più facili da inghiottire e secondo la satira comune, i preti erano talmente ghiotti da riuscire a trangugiare anche grandi porzioni di strozzapreti, rischiando il soffocamento pur di riempirsi lo stomaco. Alcuni sostengono invece che il nome si riferisca al fatto che le donne preparavano questa pasta per omaggiarla ai preti, mentre i mariti speravano che i clerici ci si strozzassero dal momento che vivevano più agiatamente dei ceti meno abbienti. Secondo altri l’espressione è dovuta al fatto che la pasta ricorda un laccio di scarpe di cuoio arricciato con cui in tempi dove l’anticlericalismo era dilagante venivano effettivamente strangolati i preti.  “Strozzaprete” quindi potrebbe derivare dall’augurio a soffocarsi che le azdore’ romagnole facevano ai preti ogni volta che cucinavano questa pasta in un moto di ribellione di fronte alla miseria ed ai disagi della vita di tutti i giorni. C’è anche chi sostiene che il nome derivi dal fatto che le donne romagnole preparassero questo tipo di pasta per offrirla al prete del paese e che i mariti augurassero al prete di “strozzarsi” mentre si abbuffava della gustosa minestra.